Olivieri . HGO

Refurbishment of the former Monastery of St. Nicholas . Scandriglia


Davide Olivieri . HGO Oficina de Arquitectura

La zona oggetto del progetto è quella del settore nord-occidentale dei Monti Lucretili, ove si apprezza maggiormente il paesaggio tipicamente sabino delle dolci colline e dei pendii costantemente acclivi caratterizzati dal geometrico disegno degli oliveti bruscamente interrotto ad oriente da una discontinuità morfologica rappresentata dal Monte Serrapopolo.
















L’AREA DI PROGETTO
Avvicinandosi al Convento di San Nicola già dal centro urbano di Scandriglia è imponente la prospettiva della dorsale dove l’orientamento con asse appenninico e la percezione dell’assetto tettonico dei Monti Lucretili è molto evidente. Nella nostra ipotesi progettuale si é fatto uno sforzo unificatore per rendere le singole situazioni coerenti con l’identità del Parco e degli scopi di tutela attiva, di conoscenza e divulgazione e di accoglienza.

CONCETTI GENERALI La proposta progettuale prevede il restauro e la valorizzazione dell’ antico Convento di San Nicola, con la creazione di una struttura ricettiva e di un Centro di Interpretazione della flora e del paesaggio. L’atteggiamento progettuale rivolto all’edificio esistente è nel massimo rispetto storico, volumetrico e costruttivo dei resti e delle sovrapposizioni storiche che lo hanno portato allo stato attuale. Per quanto riguarda le zone in rovina del complesso si è optato per la ricostruzione volumetrica degli elementi che configuravano il chiostro, spazio centrale di ogni edificio conventuale, e riproporne la spazialità originaria. Per la progettazione sono stati seguiti i criteri della Carta di Venezia del Restauro del 1964, che sottolineava come “qualsiasi lavoro di completamento deve essere testimonianza della nostra epoca”, per questa ragione nella ricostruzione del volume mancante e del muro che servono per ridefinire lo spazio del chiostro si è optato per un’ architettura contemporanea in consonanza con quella esistente, ma non mimetica. Nonostante l’edificio in origine fosse probabilmente intonacato riteniamo più corretto lasciare il complesso in pietra a vista sia per mantenere la percezione collettiva che si ha di lui, ma anche per risolvere in maniera più coerente le zone crollate, tanto quelle ricostruite come quelle restaurate e lasciate nello stato attuale. La decisione viene presa con la consapevolezza che comunque sarebbe sempre possibile la sua intonacatura senza che il progetto perda forza, ma lo sconsiglieremmo anche per il suo più oneroso mantenimento. Il materiale previsto per la ricostruzione è la stessa pietra utilizzata nel convento, ma con un taglio moderno a vista e senza giunti, recuperando e lavorando, per quanto possibile, il materiale presente accatastato negli spazi adiacenti, mantenendo così la continuità cromatica ed estetica tra antico e moderno. Per quanto riguarda gli altri materiali si prevede tanto il recupero dei pavimenti e delle strutture di legno a vista e ove fosse strettamente necessario una loro sostituzione con gli stessi materiali e tecniche costruttive. Il materiale utilizzato per gli spazi esterni: passerelle, percorsi e totem sarà il legno riciclato ottenuto dal taglio periodico e programmato degli alberi del Parco.

INTERVENTO PAESAGGISTICO Il parco dei Monti Lucretili è, per sua natura, una risorsa interna propria del territorio sul quale insiste,in grado di generare tanto più valore quanto più è garantita la sua integrità. Per questo motivo,nell’elaborare una gestione strategica, bisogna avere ben presente l’importanza della tutela del patrimonio ambientale, per garantire sia la migliore trasmissione possibile della risorsa ambientale che la sostenibilità dell’impatto turístico. Per quanto riguarda gli spazi esterni si è deciso di concentrarsi nelle zone antistanti l’ex-Convento in quanto il resto della superficie su cui è arroccato è prevalentemente boscata e di elevata pendenza. L’idea è quella di ridare un uso ai terrazzamenti in pietra che circondano l’edificio, mantenendo la vegetazione presente, ripulendo le zone invase da erbacce e utilizzate come zone deposito e prevedendo alcune nuove piantumazioni; ove necessario si interverrà alleggerendo la spinta orizzontale sui muri di pietra esistenti asportando la terra. Tali nuove piantumazioni serviranno per illustrare le diverse specie arboree, arbustizie e floreali che si possono incontrare all’interno del Parco alle diverse altitudini. A questo scopo si dividono i terrazzamenti al fine di riproporre 4 ambienti esistenti all’interno del Parco e rappresentarli con alcune delle specie lì presenti.

Di ogni ambiente si sono prese in considerazione le specie maggiormente rappresentate e che non abbiano problemi di acclimatamento a questa altitudine. Si sono volute inoltre includere e valorizzare alcune specie di origine balcanica-orientale che rappresentano la peculiarità botanica del Parco: l’albero di Giuda (cercis siliquastrum), il carpino orientale (carpinus orientalis) e soprattutto lo storace (styrax officinalis). Abbiamo voluto dare speciale importanza alle specie endemiche della zona come la Carlina (carlina acaulis) o il Giaggiolo sabino (iris sabina), che sono state affiancate a una selezione di orchidee tra le oltre sessanta entità tassonomiche. Queste ultime anche se non sono specifiche solo della Gariga sono state incluse qui per rinforzare questo ambiente e creare una zona di sosta contemplativa circondata da tappeti floreali.

Head Designers
Davide Olivieri, JUAN CARLOS HERRERA PUEYO, Fernando Garrido Naranjo
Design Team
SIMONE LANGIU
Collaborators
ING. PAOLO MARRAS, DOTT. LUCA TARAS, GEOM. GIANFRANCESCO FAEDDA, ARCH. ELISA CORIANI


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