Bettini + Studio Des

Polo Scolastico Sportivo . San Pietro Viminario

source: courtesy of Nicola Tommaso Bettini

The Urban project
The principal finality of the intervention is becoming ideal completion of the existing fabric and to constitute a new zipper among the two inhabited nucleuses of S.Pietro and Vanzo.  The scholastic building is thought as part of an ample territorial system, considered according to relationships to provincial and regional dimension.  They also delineate to the outside open spaces to which we have attributed a variety of functions. The project of the green is built departing from the matrixes of the local territory, also in the consideration of the landscape that continually comes to rotate trought different epochs: the building of the school, to its  way, overwrites and moltiplicates the landscape of this area.

The didactic green
The dialectical correlation among didactics turns in class and direct observation of the natural phenomena, founding principle in this project, is expressed through the creation of new spaces in the school: the courts, sky pertinences opened on which the classrooms lean out, and the botanical garden, a garden didactic occasion of close examination of important didactic themes not exclusively agrarian.

The Architectural and functional Project
The new scholastic pole has been thought as an I build only with the characteristics of complexity of a small urban agglomeration; a small village of the education. The whole scholastic complex realizes him in a great system of green organized to different degrees of accessibility. The native nucleus is constituted by the system classroom pedagogic-patio or from the joint relationship among a covered space and a space to the open one strictly related. The I suffered they are protected and picked environments where his/her children can meet and to also play outside being in the heart of the complex; the external space is thought as an usable garden of the classroom, for a prosecution outside of the educational activity. The three schools therefore they also share the same architectural language keeping programmatic, functional and spatial autonomy.
From the point of view volumetric the alternation of the full ones of the classrooms and the voids of the courtyards it finds correspondence in the dynamic course of the coverage and in his/her continuous variations in height. The coverage, realized in wood, it opens and he/she closes, it amplifies or it reduces the physical space. The height of the places varies in relationship to the functions which it is correlated producing extremely heterogeneous environments but constantly comparing himself/herself/itself with the general proportions of the building



Il progetto Urbanistico
La principale finalità dell’intervento è divenire ideale completamento del tessuto esistente e costituire una nuova cerniera tra i due nuclei abitati di S.Pietro e Vanzo.
La nostra proposta punta sulla creazione di un insediamento di pubblico servizio che risulti efficace funzionalmente ed attraente, qualificando gli spazi aperti sia nuovi che preesistenti.
Contemporaneamente si pone la questione di una più generale riqualificazione urbana, risolta attraverso la progettazione di nuove aree riconoscibili dalla collettività, strettamente legate al contesto da percorsi ben tracciati.
Il progetto entra a far parte dei luoghi d’appartenenza - la piazza, la chiesa, il municipio - senza contrasti, legandosi alle preesistenze, estendendo la dotazione di servizi pubblici e accrescendo il livello di qualità di vita dei residenti. Quest’intenzione si attua attraverso la realizzazione di un complesso a destinazione pubblica che ricopre funzioni definite ed ha una decisa riconoscibilità nel contesto comunale, costituendo un nuovo fulcro per il paese.
In applicazione alle linee guida del PTCP della provincia di Padova, la riflessione urbanistica sull’area riguarda principalmente due temi: quello della salvaguardia e del ripristino degli aspetti naturalistico-ambientali, e quello delle connessioni infrastrutturali.
L’antica bonifica dei suoli ha trasformato il paesaggio naturale in un paesaggio per molti aspetti artificiale, anche se verde. E’ quindi il “taglio” dei lotti agricoli ad essere diventato l’aspetto tipico di questo ambiente, insieme alla presenza di specie arboree autoctone che necessitano di suoli particolarmente ricchi d’acqua.
All’interno di macrosistemi urbanizzati senza soluzione di continuità come quelli lungo le direttrici economiche del nord Italia, in tempi di globalizzazione e di perdità d’identità dei luoghi fisici, queste realtà diverranno fonte di ricchezza non solo ambientale. Sarà importante utilizzare la maglia del territorio agricolo per disegnare il futuro sviluppo urbanistico di S.Pietro.
Il plesso scolastico è pensato come parte di un sistema territoriale ampio, considerato secondo relazioni a dimensione provinciale e regionale.
La disposizione degli edifici all’interno dell’area deriva da un processo deduttivo: dall’indagine della relazione del polo scolastico-sportivo con l’intorno si arriva al rapporto del bambino con il suo spazio. Partendo da un’embrionale massa unitaria orientata est-ovest, le porzioni di edificio destinate ad accogliere le scuole di grado inferiore sono state traslate verso la profondità del lotto. I punti di contatto che si generano diventano nodi fondamentali del funzionamento dell’intero complesso; lo spazio condiviso della mensa fra primaria e secondaria ed il giardino ricreativo fra materna e primaria come collegamento degli spazi verdi del comparto.
Questo aspetto è importante non solo per ragioni di sicurezza dipendenti dall’autonomia del bambino e da una gestione razionale degli accessi alle scuole, ma anche per la sua limitata capacità di concentrazione in situazioni di agenti esterni di disturbo.
Si delineano anche all’esterno spazi aperti a cui abbiamo attribuito una varietà di funzioni. Il progetto del verde è costruito partendo dalle matrici del territorio locale, pur nella considerazione del paesaggio quale palinsesto che viene continuamente riscritto dall’avvicendarsi delle diverse epoche: l’edificio della scuola, a suo modo, sovrascrive e moltiplica il paesaggio di quest’area.

Il verde didattico
La correlazione dialettica tra didattica svolta in classe ed osservazione diretta dei fenomeni naturali, principio fondante in questo progetto, si esprime attraverso la creazione di nuovi spazi nella scuola: le corti, pertinenze a cielo aperto sulle quali le aule si affacciano, ed il giardino botanico, un’orto didattico occasione d’approfondimento di temi didattici importanti non esclusivamente agrari.

b) Il verde tecnologico
Il progetto impiega diffusamente le tecnologie del verde applicate all’architettura come elemento di controllo dei carichi termici.
Si stima che il raffrescamento dato da una pianta di grandi dimensioni è paragonabile a quello ottenuto da cinque condizionatori domestici che lavorano per 20 ore al giorno; l’apporto dato da una pianificazione sostenibile può portare ad un considerevole miglioramento delle condizioni microclimatiche, contenendo il consumo di risorse energetiche e creando ambienti architettonici di qualità.

Il Progetto Architettonico e funzionale
Il nuovo polo scolastico è stato pensato come un edifico unico con le caratteristiche di complessità di un piccolo agglomerato urbano; un piccolo villaggio dell’istruzione. L’intero complesso scolastico si realizza in un grande sistema di verde organizzato a diversi gradi di accessibilità. Il nucleo originario è costituito dal sistema aula pedagogica-patio ovvero dal rapporto paritetico tra uno spazio coperto ed uno spazio all’aperto strettamente pertinenziale. I patii sono ambienti protetti e raccolti dove i bambini potranno incontrarsi e giocare all’aria aperta pur essendo nel cuore del complesso; lo spazio esterno è pensato come un giardino utilizzabile dall’aula, per una prosecuzione all’aria aperta dell’attività educativa. Le tre scuole perciò condividono lo stesso lessico architettonico pur mantenedo autonomia programmatica, funzionale e spaziale. I tre edifici infatti oltre a poter essere costruiti in fasi successive ed in perfetta autonomia, si concretizzano in un’organizzazione delle attività scolastiche commisurata alla diversa età degli studenti ed alla relativa tipologia di insegnamento. Questa distinzione risulta evidente nel differente rapporto tra le aule didattiche ed il sistema interno di corti/giardino:
_nella scuola materna le sezioni estendono le attività di laboratorio in un loggiato riservato e protetto dagli agenti atmosferici, ma naturalmente il luogo di gioco e di attività fisica all’aperto per eccellenza sarà il grande cortile in essa incluso, dove la natura entra e si integra con il salone delle attività comuni.
_nella scuola primaria ogni aula trova il suo sfogo naturale in uno spazio paritetico esterno; una vera e propria aula a cielo aperto in cui poter interagire direttamente con la natura colonizzando ed arricchendo il proprio giardino ed aiutando a sviluppare il crescente bisogno di identità ed identificazione in uno spazio personalizzato e distinto.
_nella scuola secondaria i cortili si accorpano e vengono condivisi da più aule aprendosi direttamente sullo spazio urbano. Gli alunni ormai adolescenti consolidano la loro coscienza di appartenere ad una comunità ed in senso più ampio ad un ambiente urbanizzato condiviso.
I collegamenti interni all’edificio sono pensati come una galleria che si snoda tra l’alternanza di patii ed aule e sono luoghi attrezzati per lo studio, la sosta e lo svago

Dal punto di vista volumetrico l’alternanza dei pieni delle aule ed i vuoti dei cortili trova corrispondenza nell’andamento dinamico della copertura e nelle sue continue variazioni in altezza. La copertura, realizzata in legno, apre e chiude , amplifica o riduce lo spazio fisico. L’altezza dei locali varia in rapporto alle funzioni cui è correlata generando ambienti estremamente eterogenei ma rapportandosi costantemente con le proporzioni generali dell’edificio. Questa mutevole dimensione dello spazio, che pure non è legata solo al movimento in pianta, ha influenza sul nostro senso di benessere ed un valore ideale che interagisce con la sfera dei nostri desideri ed aspirazioni; sottoposta a continue deformazioni la copertura si apre permettendo alla luce di entrare. La luce che proviene dall’alto e quella che entra dai serramenti verticali sono di qualità assai diversa e fondendosi assieme consentono di apprezzare il variare della posizione del sole e l’incidenza dei suoi raggi nelle diverse ore del giorno, contribuendo a rafforzare le relazioni con l’ambiente esterno.

La Palestra Nel rispetto delle esigenze espresse nel bando la palestra è stata progettata in modo tale da poter essere utilizzata in modo esclusivo dalla scuola nelle ore di attività ma anche di essere a disposizione dalla cittadinanza nelle ore serali o da società sportive per eventi aperti al pubblico.
L’edificio, concepito come volume autonomo dalla scuola si posiziona in un’area del lotto di progetto a diretto contatto con l’impianto sportivo esistente ed adiacente a Via Marconi. In questo modo la palestra funge da cerniera tra le attività sportive della scuola e della cittadinanza, tra gli eventi di interesse pubblico e gli spazi aperti pertinenti alla scuola con vocazione di piazza/giardino, utilizzabili per concerti o feste.
Il parcheggio pubblico della scuola nelle ore serali potrà servire i partecipanti agli eventi sportivi come per gli spettacoli musicali.
Dal punto di vista architettonico l’edificio è realizzato in una struttura mista di pilastri in cemento e travi reticolari di acciaio, con un basamento opaco in laterizio ed intonaco sormontato da una fascia vetrata che si estende uniformemente su tutti i lati. La particolarità risiede però nel rivestimento in rete metallica su cui vengono fatte crescere dall’alto piante rampicanti di diverso ordine e colore in un’interazione che varia nel tempo e che muta di forma, colore e trasparenza.

Strategie bioclimatiche per il benessere ambientale ed il risparmio energetico
L’approccio bioclimatico al progetto consente di ottenere il comfort termo-igrometrico interno minimizzando i consumi energetici e riducendo, conseguentemente, le emissioni di CO2 e di altri agenti inquinanti nell’ambiente. Privilegiare la luce e la ventilazione naturale negli spazi interni permette inoltre di migliorare il benessere psico-fisico degli utenti.
Il progetto privilegia l’impiego di sistemi di riscaldamento e raffrescamento passivi partendo da un’analisi del sito e adottando orientamento, forma, distribuzione interna ottimali per poi avvalersi di sistemi impiantistici ad alta efficienza e fonti di energia rinnovabile sia per i mesi freddi sia per quelli caldi. A scala architettonica anche la vegetazione interagisce con gli elementi costruttivi svolgendo una serie di funzioni diversificate: determinano variazioni microclimatiche sulla temperatura, l’umidità e la ventosità; fungono da sistema di depurazione dell’aria; attenuano i rumori. Le corti interne così come gli spazi verdi esterni, oltre a migliorare il comfort visivo, favoriscono la ventilazione naturale incrociata e la penetrazione dei raggi solari regolabile da opportuni sistemi di schermatura fissi e mobili e dalla stessa presenza di alberi a foglia caduca..
Le pareti maggiormente esposte all’irraggiamento solare e a rischio di surriscaldamento estivo prevedono schermature vegetali atte a creare un effetto di intercapedine micro-ventilata e di raffrescamento evaporativo . I rampicanti a foglia caduca permettono ai raggi solari invernali di raggiungere la superficie della parete, quelli sempreverdi contribuiscono all’isolamento della superficie mantenendo uno strato di aria ferma nello spazio fra le foglie e la parete, mentre in estate entrambe le tipologie consentono di mantenere le superfici in ombra. Un’altra soluzione adottata per le pareti rivolte verso sud ed ovest è la facciata ventilata con rivestimento in pannelli di legno douglas. Grazie alle aperture di ventilazione poste in basso alla parete e alla sua sommità si innesca il processo di ventilazione naturale (“effetto camino”) all’interno dell’intercapedine. In estate inoltre contribuisce ad una riduzione della quantità di calore che entra nell’edificio.
La copertura è dotata sia di intercapedine ventilata che di un rivestimento verde che diminuisce l’effetto “isola di calore”, contribuisce all’isolamento termico e acustico, all’inerzia termica (sfasamento ed abbassamento del picco di temperatura) ed al raffrescamento evaporativo, filtrando inoltre gli agenti inquinanti dell’aria.
Anche a livello del terreno è prevista una ventilazione attraverso l’intercapedine creata dalla presenza di elementi tipo “igloo” che oltre a smaltire l’umidità in eccesso contribuiscono ad eliminare eventuale presenza di gas radon.
Le parti vetrate sono costituite da vetri basso emissivi con inserimento di gas nobili nell’intercapedine, resistenti agli urti, o antisfondamento, e realizzate su serramenti in legno a taglio termico. Finestre e porte finestre esposte da sud ad ovest sono dotate di elementi di schermatura esterni.
La particolarità delle coperture è data da un’alternanza di elementi triangolari tipo “shed” che intervallano le superfici trasparenti a quelle opache in base all’orientamento. La loro funzione principale è di integrare la luce proveniente dalle vetrate affacciate sui cortili interni, rendendo omogeneo l’apporto luminoso nelle aule e permettendo la modulazione tra luce frontale e zenitale. Il sistema di reciprocità tra le due fonti di luce e la differente esposizione delle aule, risultato della composizione planimetrica degli edifici, ha generato un sistema di copertura a falde inclinate complesso e suggestivo che caratterizza fortemente l’intera immagine del complesso scolastico. La geometria studiata per gli shed permette inoltre di utilizzare le falde esposte a Sud integrando la superficie inclinata con pannelli solari e fotovoltaici. In tal modo le aule didattiche avendo le aperture su due fronti e orientamenti diversi, possono godere di una distribuzione uniforme di luce e di colore ottimizzando al loro interno la sensazione di benessere psico-fisico. Infine le aperture collocate nella parte superiore degli “shed” permettono una perfetta ventilazione naturale delle aule grazie all’effetto camino; l’aria fresca prelevata dalle corti interne ed immessa dal basso grazie ad apposite aperture nelle vetrate sostituisce l’aria calda ed esausta che sale naturalmente verso l’alto e viene espulsa dai “camini di luce”della copertura.
L’edificio scolastico, inoltre, non essendo abitato di notte, può giovarsi nel periodo estivo della strategia di raffrescamento per ventilazione notturna della massa. Il flusso d’aria fresca notturna, introdotta nelle aule tramite aperture basse, lambisce la massa posizionata sotto la pavimentazione, che durante il giorno ha accumulato il calore prodotto dalle persone e dagli apparecchi, ed esce tramite le aperture alte posizionate negli shed.
Durante l’inverno si ha una risposta combinata alle esigenze di accumulo termico derivante dal guadagno solare passivo attraverso le vetrate e di una pronta risposta in termini di apporto di calore. In inverno, infatti, la temperatura deve entrare a regime fin dalla prima mattina. Per questo si è scelto un involucro leggero ben termoisolato ed un solaio controterra dotato di elevata massa.


DESIGNERS

Name of the Team:
Bettini + Studio Des

Composed by:
Arch.Nicola Tommaso Bettini (Team Leader);
Ing.Arch. Stefano Brunelli;
Ing.Arch. Arturo Bandini

Collaborators:
Arch. Clara Masotti (Tecnology & Bioclimatic)
Arch. Alessia Fagioli (Tecnology & Bioclimatic)
Arch. Stefania Silingardi (Urbanism & Landscape)



0 comentarios :

Publicar un comentario