School of Music . Bressanone
Carlana Mezzalira Pentimalli
Competition entry. 1st prize.
L’IDEA
Spesso non ci si accorge di come la città stessa, quale processo di continua trasformazione e mutazione, suggerisca possibili logiche spaziali. Recuperare un dispositivo genetico-morfologico della città, capace di garantire una sequenza di stanze con diversi gradi di collettività ed introspezione, diviene l’intento del progetto. Il sito, che consente di sperimentare nuovi modelli urbani contemporanei capaci però di cogliere dal passato le logiche base della costruzione di una parte di città, si trasforma così in una sequenza di preziose camere delle meraviglie. Wunderkammer.
IL RUOLO COLLETTIVO. IL SIGNIFICATO DI UNA SCUOLA OGGI
Le istituzioni pubbliche rivestono, oggi più che un tempo, un ruolo fondamentale all’interno della città grazie alla loro capacità di innescare nuove dinamiche urbane. Una città che dispone di strutture pubbliche di qualità incoraggia non solo la fruizione da parte dei cittadini ma è in grado di attivare meccanismi atti ad incrementare la collettività: in questi termini l’edificio pubblico è un’opportunità. La volontà di costruire una scuola che rappresenti la storica istituzione musicale ed il suo essere parte ed esperienza culturale del luogo si traduce in un progetto che si apre alla città attraverso l’accessibilità dei suoi spazi e la presenza di luoghi di incontro. Una scuola come edificio pubblico che svolge un ruolo centrale dal punto di vista urbano grazie alla sua capacità di generare ed accogliere collettività a testimonianza della restituzione alla cultura di luoghi di altissima qualità e civiltà.
LA PORTA DELLA CITTA’
Il progetto della nuova Scuola di musica di Bressanone è un progetto urbano, non solo architettonico. Nella città, oltre ai caratteristici erker, ai continui tracciati porticati e alle logiche tipiche dell’architettura alpina, è presente uno specifico dispositivo urbano riscontrabile in tutti i luoghi “cardine” della città, siano essi “porte” della stessa o ambiti di attraversamento. Un particolare dispositivo pubblico costituito dall’aggregazione di un recinto ad una massa volumetrica, fortemente caratterizzato dalla presenza del verde che a seconda del grado di permeabilità assume declinazioni differenti: da giardino a spazio pubblico, da cortile a parco. Riscontrando in esso un ambito di attraversamento adatto al poliedrico nodo dell’area Priel si è attuata una progettazione attenta all’intorno: in un luogo in cui il contesto è rappresentato da forti presenze soliste ci si è imposti di proporre un edificio dal forte carattere di cerniera urbana e di aggregazione attraverso la ricerca di un’accordatura generale del progetto alle preesistenze. L’assunto è stato quello di considerare la nuova scuola di musica quale grande possibilità di riorganizzazione dello spazio pubblico urbano, distaccandosi per un istante dalla destinazione d’uso della stessa e volendo cogliere da essa il grande apporto e l’energia che un edificio pubblico di questo calibro poteva garantire come volano urbano per Bressanone; soprattutto vista la localizzazione della stessa. Questo dispositivo garantiva, oltre ad una ottimale permeabilità, una presenza “verde” in totale armonia con le logiche paesaggistiche di Bressanone. Attraversare un giardino e lambire una serie di eventi, tra i quali la scuola. Questa la sequenza filmica dell’intervento.
PER UN EDIFICIO SENSIBILE AL CONTESTO
Il nuovo edificio è il risultato di una stereometria che si declina a seconda del tipo di contesto che la circonda. L’intero suo perimetro è pensato privo di retri. Nel lato a sud si rapporta con la grande piazza e con gli eventi interpretati dalla palestra da roccia, dalle piscine Acquarena e dall’appendice urbana del centro antico, a ovest cambia scala instaurando un dialogo con le vicine unità urbane di piccola taglia, ad est ingloba, serve ed attrezza una piazza alla quota superiore della palestra da roccia e a nord completa il sistema del parco e dei percorsi ciclopedonali. Il progetto diviene parte del luogo in quanto catalizzatore di flussi ma al tempo stesso ne è autonomo grazie alla capacità di auto sostentarsi e di generare esso stesso, grazie alle sue caratteristiche, collettività.
UNO PIU’ UNO UGUALE UNO (CONCEPIRE DUE COMPARTI DISTINTI MA SINERGICI IN UN UNICO EDIFICIO)
Come il cortile costituisce il dispositivo urbano della città, allo stesso modo il foyer di ingresso del nuovo edificio gestisce in maniera separata e distinta le due attività scuola di musica e banda musicale. Esso diviene un vero e proprio “salotto” capace di separare e, al tempo stesso, connettere i due ambiti; da questo spazio è infatti possibile percepire tutti gli elementi distribuitivi, sia per salire ai piani superiori, sia per scendere alla sala della banda musicale. In caso si voglia invece isolare le diverse attività è possibile compartimentare i diversi ambienti nel massimo rispetto delle esigenze specifiche. Anche la gestione del controllo e della sicurezza sono stati migliorati affacciando il nucleo amministrativo direttamente sul foyer, ma garantendo al tempo stesso la privacy che spetta al vano del direttore. Oltre allo spazio di accesso, In seguito alle precise indicazioni dettate dai membri della giuria, si è voluto migliorare tutti i luoghi di incontro della scuola. Il principio dell’idea iniziale in cui la scuola deve essere un vero e proprio “incubatore sociale” di scambio e condivisione è stato portato ai piani superiori, dotando ogni livello di spazi di sosta e di aggregazione.
SPAZI DEL MOVIMENTO E SPAZI DELLA SOSTA
La scala e gli elementi della distribuzione, pensati come un sistema continuo e coreografico, a partire dal foyer d’ingresso conducono attraverso i vari livelli della scuola, collegando, sia fisicamente che visivamente, le diverse zone comuni disposte a tutti i piani, piano interrato incluso. La dislocazione è di tipo centrale, consentendo alle aule di sfruttare al meglio il perimetro di irraggiamento e aerazione. Questo tipo di impostazione fa si che il corridoio di distribuzione, illuminato da un grande lucernario che porta luce zenitalmente, diviene un unico luogo di aggregazione dove gli spazi della sosta e quelli del movimento concorrono a garantire una continua interazione tra gli utenti. Le ampie porte vetrate delle aule inoltre, conferiscono continuità visiva tra le attività didattiche e i diversi ambiti collettivi. Questo sistema distributivo elementare permette una grande flessibilità interna assecondando possibili variazioni per esigenze future.
Architects:
Michel Carlana, Luca Mezzalira, Curzio Pentimalli
Collaborators
Erica Moro Alessio Oliviero Alessandro Zotta
MEP
Michele Dorigo
Structural engineering
its engineering
Acoustic
Paolo Ruggeri
Carlana Mezzalira Pentimalli
Competition entry. 1st prize.
L’IDEA
Spesso non ci si accorge di come la città stessa, quale processo di continua trasformazione e mutazione, suggerisca possibili logiche spaziali. Recuperare un dispositivo genetico-morfologico della città, capace di garantire una sequenza di stanze con diversi gradi di collettività ed introspezione, diviene l’intento del progetto. Il sito, che consente di sperimentare nuovi modelli urbani contemporanei capaci però di cogliere dal passato le logiche base della costruzione di una parte di città, si trasforma così in una sequenza di preziose camere delle meraviglie. Wunderkammer.
IL RUOLO COLLETTIVO. IL SIGNIFICATO DI UNA SCUOLA OGGI
Le istituzioni pubbliche rivestono, oggi più che un tempo, un ruolo fondamentale all’interno della città grazie alla loro capacità di innescare nuove dinamiche urbane. Una città che dispone di strutture pubbliche di qualità incoraggia non solo la fruizione da parte dei cittadini ma è in grado di attivare meccanismi atti ad incrementare la collettività: in questi termini l’edificio pubblico è un’opportunità. La volontà di costruire una scuola che rappresenti la storica istituzione musicale ed il suo essere parte ed esperienza culturale del luogo si traduce in un progetto che si apre alla città attraverso l’accessibilità dei suoi spazi e la presenza di luoghi di incontro. Una scuola come edificio pubblico che svolge un ruolo centrale dal punto di vista urbano grazie alla sua capacità di generare ed accogliere collettività a testimonianza della restituzione alla cultura di luoghi di altissima qualità e civiltà.
LA PORTA DELLA CITTA’
Il progetto della nuova Scuola di musica di Bressanone è un progetto urbano, non solo architettonico. Nella città, oltre ai caratteristici erker, ai continui tracciati porticati e alle logiche tipiche dell’architettura alpina, è presente uno specifico dispositivo urbano riscontrabile in tutti i luoghi “cardine” della città, siano essi “porte” della stessa o ambiti di attraversamento. Un particolare dispositivo pubblico costituito dall’aggregazione di un recinto ad una massa volumetrica, fortemente caratterizzato dalla presenza del verde che a seconda del grado di permeabilità assume declinazioni differenti: da giardino a spazio pubblico, da cortile a parco. Riscontrando in esso un ambito di attraversamento adatto al poliedrico nodo dell’area Priel si è attuata una progettazione attenta all’intorno: in un luogo in cui il contesto è rappresentato da forti presenze soliste ci si è imposti di proporre un edificio dal forte carattere di cerniera urbana e di aggregazione attraverso la ricerca di un’accordatura generale del progetto alle preesistenze. L’assunto è stato quello di considerare la nuova scuola di musica quale grande possibilità di riorganizzazione dello spazio pubblico urbano, distaccandosi per un istante dalla destinazione d’uso della stessa e volendo cogliere da essa il grande apporto e l’energia che un edificio pubblico di questo calibro poteva garantire come volano urbano per Bressanone; soprattutto vista la localizzazione della stessa. Questo dispositivo garantiva, oltre ad una ottimale permeabilità, una presenza “verde” in totale armonia con le logiche paesaggistiche di Bressanone. Attraversare un giardino e lambire una serie di eventi, tra i quali la scuola. Questa la sequenza filmica dell’intervento.
PER UN EDIFICIO SENSIBILE AL CONTESTO
Il nuovo edificio è il risultato di una stereometria che si declina a seconda del tipo di contesto che la circonda. L’intero suo perimetro è pensato privo di retri. Nel lato a sud si rapporta con la grande piazza e con gli eventi interpretati dalla palestra da roccia, dalle piscine Acquarena e dall’appendice urbana del centro antico, a ovest cambia scala instaurando un dialogo con le vicine unità urbane di piccola taglia, ad est ingloba, serve ed attrezza una piazza alla quota superiore della palestra da roccia e a nord completa il sistema del parco e dei percorsi ciclopedonali. Il progetto diviene parte del luogo in quanto catalizzatore di flussi ma al tempo stesso ne è autonomo grazie alla capacità di auto sostentarsi e di generare esso stesso, grazie alle sue caratteristiche, collettività.
UNO PIU’ UNO UGUALE UNO (CONCEPIRE DUE COMPARTI DISTINTI MA SINERGICI IN UN UNICO EDIFICIO)
Come il cortile costituisce il dispositivo urbano della città, allo stesso modo il foyer di ingresso del nuovo edificio gestisce in maniera separata e distinta le due attività scuola di musica e banda musicale. Esso diviene un vero e proprio “salotto” capace di separare e, al tempo stesso, connettere i due ambiti; da questo spazio è infatti possibile percepire tutti gli elementi distribuitivi, sia per salire ai piani superiori, sia per scendere alla sala della banda musicale. In caso si voglia invece isolare le diverse attività è possibile compartimentare i diversi ambienti nel massimo rispetto delle esigenze specifiche. Anche la gestione del controllo e della sicurezza sono stati migliorati affacciando il nucleo amministrativo direttamente sul foyer, ma garantendo al tempo stesso la privacy che spetta al vano del direttore. Oltre allo spazio di accesso, In seguito alle precise indicazioni dettate dai membri della giuria, si è voluto migliorare tutti i luoghi di incontro della scuola. Il principio dell’idea iniziale in cui la scuola deve essere un vero e proprio “incubatore sociale” di scambio e condivisione è stato portato ai piani superiori, dotando ogni livello di spazi di sosta e di aggregazione.
SPAZI DEL MOVIMENTO E SPAZI DELLA SOSTA
La scala e gli elementi della distribuzione, pensati come un sistema continuo e coreografico, a partire dal foyer d’ingresso conducono attraverso i vari livelli della scuola, collegando, sia fisicamente che visivamente, le diverse zone comuni disposte a tutti i piani, piano interrato incluso. La dislocazione è di tipo centrale, consentendo alle aule di sfruttare al meglio il perimetro di irraggiamento e aerazione. Questo tipo di impostazione fa si che il corridoio di distribuzione, illuminato da un grande lucernario che porta luce zenitalmente, diviene un unico luogo di aggregazione dove gli spazi della sosta e quelli del movimento concorrono a garantire una continua interazione tra gli utenti. Le ampie porte vetrate delle aule inoltre, conferiscono continuità visiva tra le attività didattiche e i diversi ambiti collettivi. Questo sistema distributivo elementare permette una grande flessibilità interna assecondando possibili variazioni per esigenze future.
Architects:
Michel Carlana, Luca Mezzalira, Curzio Pentimalli
Collaborators
Erica Moro Alessio Oliviero Alessandro Zotta
MEP
Michele Dorigo
Structural engineering
its engineering
Acoustic
Paolo Ruggeri
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