AZPML

Rete ferroviaria diffusa . Trento


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La sfida lanciata dalla PAT per questo progetto ha trovato fin da subito il gruppo di progettazione aperto ad ogni soluzione che risultasse congruente con gli input dell’ente banditore, ma soprattutto sostenibile, sia sotto il profilo tecnico-economico sia secondo quello ambientale.




















Metroland: il Paesaggio interconnesso
Ritenendo pertanto che debba essere l’equilibrio tra sviluppo e paesaggio l'elemento caratterizzante del progetto, è stata elaborata una proposta coerente per lo sviluppo del territorio, in grado di garantire un’elevata sensibilità nei confronti del paesaggio che la linea Azzurra attraversa.
Il progetto che viene qui illustrato trae origine dalla ricerca di risposte il più possibile attente e puntuali all’esigenza di conciliare il potenziamento delle infrastrutture sul territorio nel rispetto del paesaggio naturale e del valore culturale e storico degli ambienti interessati.
L’infrastruttura viene interpretata dalla proposta progettuale di lungo periodo come un filo che cuce insieme tessuti urbani e paesaggi: una visione la cui complessità è direttamente proporzionale alla sua capacità di tenere insieme le quattro ecologie che compongono il territorio attraversato: non solo una linea ferroviaria, ma anche una nuova condizione culturale per il superamento dei confini imposti dalla morfologia del territorio e un’opportunità di sviluppo sociale ed economico di tutto il Trentino.

Le quattro Ecologie della Linea Azzurra
La nuova linea ferroviaria connette Mori a Tione mettendo in comunicazione vallate e territori diversi, i cui caratteri, sia per gli aspetti morfologici che per le prospettive ambientali, descrivono la complessità del Paesaggio che fa da fondale a questo progetto ambizioso. Un grande affresco che necessariamente sovrappone e mescola aree urbanizzate, campagne e montagne, habitat a volte molto diversamente caratterizzati, ma nello stesso tempo tutti “Trentino”.
Ognuno di questi habitat rappresenta anche un’ecologia specifica ovvero la condizione percettiva urbana e di paesaggio che abitanti e turisti vivono. Queste quattro ecologie sono rappresentate dalla Valle dell’Adige, dall’area del Lago di Garda, dall’altipiano del Bleggio-Lomaso e dalla conca di Tione.
La linea ferroviaria Verona – Brennero si snoda lungo la valle dell’Adige seguendo il tracciato della Via Claudia Augusta che nei millenni ha significato scambio culturale, sociale ed economico tra i territori divisi dalle Alpi: il Mediterraneo e il continente europeo.
Il paesaggio disegnato dal fiume Adige racconta di agricoltura intensiva e specializzata (frutteti e vigneti che producono eccellenti vini, come il Marzemino di mozartiana memoria), di borghi e città industriose e commerciali, di controllo dei flussi, di castelli e torrioni di segnalazione che si inseguono fino al Brennero.
Rovereto e Mori, forse più di Trento, sono state influenzate dall’essere uno spartiacque tra il mondo veneziano e quello tirolese, assorbendo sia l’intraprendenza dei navigatori che l’amore per i prodotti della propria terra. In questo racconto Mori ha anche il ruolo di cerniera con l’area del Garda, essendo porta privilegiata per l’accesso alla “Busa”: chi arriva in auto dall’autostrada, per scendere sulle sponde del Lago di Garda imbocca la via
di Loppio.
L’Alto Garda rappresenta un ambiente del tutto sorprendente ed unico in termini di colori, di profumi, di condizioni climatiche, di vegetazione, di morfologia dei rilievi segnati dalla rete dei torrenti, di superfici coltivate a viti o olivi, tanto che si può considerare un piccolo paradiso dal clima mite e mediterraneo localizzato alle pendici delle Alpi.
La piana del fiume Sarca (la “Busa”) è ormai un grande parco urbano nel disegno metropolitano del triangolo Riva del Garda, Arco e Torbole: un sistema urbano in divenire che, specie negli ultimi vent’anni, ha moltiplicato le aree artigianali e commerciali, pur continuando a sviluppare il settore del turismo con una rete di strutture dedicate (piste ciclabili, pareti di roccia attrezzate, impianti sportivi d’avanguardia, come la palestra di free climbing che richiama sportivi da tutto il mondo).
Il bilanciamento economico-finanziario del progetto non può che basarsi sui numeri che questo storico comparto turistico muove: è certamente la massa critica che permette lo sviluppo della prima fase della linea Azzurra.
Il tracciato della linea Azzurra prosegue attraversando il territorio dell’altipiano del Bleggio e del Lomaso, un’oasi rurale quasi sospesa nel tempo, nella quale piccoli borghi e masi isolati punteggiano le morbide pendici dei monti e la loro matrice agricola. Le forme dolcissime del paesaggio, i boschi, i prati fioriti, le testimonianze architettoniche di tempi lontani, il clima gradevolissimo d’estate attirano sempre più numerosi turisti, interessati anche alle località facilmente raggiungibili da questa valle: dai laghi alle cime montuose.
Il centro di questo sistema agricolo è il borgo di Ponte Arche che per quanto piccolo ha conosciuto negli ultimi decenni un sorprendente sviluppo grazie alla qualità delle sue acque termali, molto apprezzate per i loro benefici effetti e ormai conosciute anche fuori dai confini nazionali.
Il clima si fa sempre più alpino man mano che la linea di progetto si avvicina a Tione, snodo storico tra Brescia (Valle del Chiese) e la Val Rendena, via di accesso al comparto Pinzolo-Madonna di Campiglio.
E’ una valle di pietra. Con la tonalite delle cave locali sono stati costruiti nei secoli non solo gli edifici, ma anche i profili dei marciapiedi, le fontane e perfino le lastre che segnano il confine fra una proprietà e l’altra.
E’ una valle d’acqua. L’acqua scorre nei torrenti, forma cascate che d’inverno si
ghiacciano in forme fantastiche, alimenta i numerosi lavatoi, fa fiorire prati e giardini.
E’ una valle di boschi che si fondono con i borghi grandi e piccoli adagiati sul fondovalle fino al Parco Nazionale Adamello Brenta, vero e proprio cuore naturale delle Giudicarie e della Rendena.
Queste sono le vere opportunità che la visione progettuale mira a sviluppare: non tanto una linea infrastrutturale il cui fine sia meramente la connessione geometrica tra alcuni punti geografici, ma che diventi mezzo strategico per la condivisione dei caratteri espressi da ogni ecologia, un tassello nella rete più complessa delle relazioni già esistenti e latenti nel territorio trentino.


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